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Nella storia dei portafortuna: dal corno al peperoncino

Ottobre 4, 2019

La più semplice e immediata associazione alle credenze superstiziose, nel nostro paese, è la cultura napoletana. Proprio da questa tradizione folkloristica nata e cresciuta all’ombra del Vesuvio si sviluppa, infatti, una diffusa credenza che nasconde nelle borse piuttosto che nelle case, simboli e amuleti “portafortuna” o, per dirla in gergo dialettale, anti “iella”. Alcuni più noti, altri meno diffusi, ma tutti a efficacia garantita, a detta degli esperti. Il simbolo re della tradizione è, però, il peperoncino che, solo o in abbinamento, racchiude nel suo corno un messaggio speranzoso di buon auspicio.

Il peperoncino portafortuna, tra passato e presente

Il culto del corno come portafortuna non risale a tempi recenti. Si pensa, infatti, che già all’epoca preistorica fosse consuetudine appenderlo all’ingresso degli antri cavernicoli, come segno di superiorità fisica e di fertilità. Quelli utilizzati dai nostri antenati non avevano, però, né colore rosso né buon gusto: si trattava infatti di corna delle prede vinte nelle battute di caccia. Maggiore era la grandezza di questi amuleti, più la prestanza fisica dell’animale sconfitto era degna di nota.

Con il tempo e l’evoluzione, si è passati dalla sola esposizione dei trofei venatori alla rappresentazione del corno sul capo dei grandi guerrieri, i quali sfoggiavano orgogliosi l’accostamento illustrativo, come simbolo di discendenza divina.

Si narra che le popolazioni, ammaliate dalla bellezza di tali rappresentazioni e credendo alle potenzialità protettive del sacro corno, iniziarono a fabbricarne in quantità e con materiali poveri, quali il legno e la terracotta. Sembra nascere da qui una tradizione antica ma ancora forte ai giorni nostri, che ha trovato nel peperoncino il suo simbolo caratteristico, simile per forma e dimensioni al corno “tascabile” di buon auspicio.

Come insegna la tradizione: le regole del gioco

Non tutti i corni, però, possono essere definiti dei veri portafortuna. Ci sono delle caratteristiche essenziali che rendono efficaci questi simboli scaramantici.

  1. Rigorosamente fatti e dipinti a mano: la tradizione dell’artigianato popolare rimane un caposaldo della cultura del corno, il quale non deve essere prodotto in ambito industriale per mantenere le sue doti fortunate.
  2. Mai acquistato, sempre regalato: come la fortuna si riceve e non si crea, anche il piccolo peperoncino portafortuna deve essere ricevuto in dono come augurio di buon auspicio.

La doppia valenza del peperoncino lo rende, così, alleato di gusto e bodyguard personale. E anche se non sarà esattamente materiale e artigianale, chissà che non renda un pochino invincibili anche i consumatori di quelle marmellate di peperoncino formate Epica che, almeno nell’animo, racchiudono l’essenza di quel simbolo tradizionale portafortuna.

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